Il 21 dicembre 2017, nell’ambito delle iniziative che danno seguito al pilastro europeo dei diritti sociali, la Commissione europea ha adottato una proposta di direttiva per condizioni di lavoro più trasparenti e prevedibili in tutta l’UE. La proposta della Commissione integra e aggiorna gli esistenti obblighi di informare tutti i lavoratori riguardo alle loro condizioni di lavoro e stabilisce nuove norme minime per garantire che tutti i lavoratori, inclusi quelli che hanno contratti atipici, beneficino di maggiore prevedibilità e chiarezza in materia di condizioni di lavoro.
Più concretamente, la Commissione intende ridurre il rischio che i lavoratori non godano di sufficiente tutela:
- allineando la nozione di lavoratore a quella della giurisprudenza della Corte di giustizia dell’Unione europea. Secondo le norme vigenti, le definizioni possono variare e alcune categorie di lavoratori finiscono col rimanere escluse. Impiegando la definizione di lavoratore della giurisprudenza della Corte, la direttiva garantisce la copertura delle stesse categorie generali di lavoratori;
- integrando nell’ambito di applicazione della direttiva forme di lavoro subordinato che al momento sono spesso escluse, come i lavoratori domestici, i lavoratori a tempo parziale marginale o quelli con contratti di brevissima durata, ed estendendola a nuove forme di lavoro subordinato come i lavoratori a chiamata, i lavoratori pagati a voucher e i lavoratori tramite piattaforma digitale;
- garantendo che i lavoratori ricevano un fascicolo informativo aggiornato e ampliato sin dal primo giorno del rapporto di lavoro, e non due mesi dopo come accade attualmente;
- stabilendo nuovi diritti minimi, quali il diritto a una maggiore prevedibilità del lavoro per coloro che lavorano per lo più con un orario variabile, la possibilità di chiedere la transizione a una forma di occupazione più stabile e di ricevere una risposta scritta o il diritto alla formazione obbligatoria senza deduzione dello stipendio;
- rafforzando gli strumenti di esecuzione e i mezzi di ricorso come ultima risorsa per risolvere eventuali controversie quando non è sufficiente il dialogo.
La direttiva proposta dovrà essere adottata dal Parlamento europeo e dal Consiglio dell’Unione europea e dovrà essere attuata dagli Stati membri tramite la legislazione o gli accordi collettivi tra le parti sociali. Data la grande importanza attribuita al dialogo sociale, le parti sociali avranno la possibilità di modulare i diritti minimi proposti dalla direttiva, a condizione che venga rispettato il livello generale di tutela.
La proposta di direttiva relativa a condizioni di lavoro trasparenti e prevedibili della Commissione aggiorna e sostituisce la direttiva sulle dichiarazioni scritte (91/533/CEE), che riconosce ai lavoratori, all’inizio di un nuovo impiego, il diritto di ricevere informazioni per iscritto in merito agli elementi essenziali del rapporto di lavoro.
Dopo oltre 25 anni, tale direttiva non riflette più l’evoluzione delle realtà del mercato del lavoro, in particolare le nuove forme di lavoro subordinato che si sono sviluppate negli ultimi anni. La maggiore flessibilità del mercato del lavoro e la crescente diversità delle forme di lavoro subordinato hanno creato nuovi posti e permesso a un maggior numero di persone di essere attive professionalmente, ma hanno anche messo in luce una serie di lacune nella tutela dei lavoratori e, nel caso dei lavoratori vulnerabili, hanno talvolta contribuito a nuove forme di precarietà.
Per maggiori informazioni: Commissione Europea