Meno burocrazia per le piccole imprese, La Commissione europea ha proposto il 18 Gennaio nuove norme per dare maggiore flessibilità agli Stati membri nel fissare le aliquote dell’imposta sul valore aggiunto (IVA) e creare un contesto fiscale più favorevole allo sviluppo delle PMI.
Le proposte odierne costituiscono le fasi finali della revisione, da parte della Commissione, delle norme sull’IVA, con la creazione di uno spazio unico europeo dell’IVA per ridurre drasticamente i 50 miliardi di euro persi ogni anno a causa di frodi dell’IVA nell’UE e, in parallelo, con il sostegno alle imprese e la garanzia di entrate pubbliche.
Le norme comuni dell’UE in materia di IVA, approvate da tutti gli Stati membri nel 1992, sono ormai superate e troppo restrittive. Esse consentono agli Stati membri di applicare aliquote IVA ridotte a un numero limitato di settori e prodotti. Al tempo stesso, i paesi dell’UE considerano le aliquote IVA un utile strumento per perseguire i loro obiettivi politici. La Commissione mantiene ora il suo impegno di offrire agli Stati membri una maggiore autonomia sulle aliquote. I paesi saranno su un piano di maggiore parità per quanto riguarda alcune eccezioni esistenti alle norme, note come deroghe IVA.
Con la proposta odierna la Commissione affronta anche il problema dei costi sproporzionati di conformità IVA che gravano sulle imprese più piccole. Le imprese che operano oltre frontiera devono far fronte a costi di conformità superiori dell’11% a quelli delle imprese attive solo a livello nazionale, con gli operatori più piccoli colpiti in misura maggiore. Questa situazione si è rivelata un reale ostacolo alla crescita, dal momento che le piccole imprese rappresentano il 98% delle imprese nell’UE. Per questo motivo si propone di consentire a un maggior numero di imprese di beneficiare delle norme IVA semplificate di cui al momento possono avvalersi solo le imprese più piccole. I costi globali di conformità all’IVA saranno ridotti del 18% all’anno.
Maggiore flessibilità
Attualmente gli Stati membri possono applicare sul territorio nazionale un’aliquota ridotta del 5% a due diverse categorie di prodotti. Alcuni Stati membri applicano anche deroghe specifiche per ulteriori aliquote ridotte.
Oltre all’aliquota IVA normale di un minimo del 15%, gli Stati membri potrebbero ora fissare:
- due aliquote ridotte distinte comprese tra il 5% e l’aliquota normale scelta dallo Stato membro;
- un’ esenzione dall’IVA (o „tasso zero”);
- un’aliquota ridotta compresa tra lo 0% e le aliquote ridotte.
- l’attuale, complesso elenco di beni e servizi cui possono essere applicate aliquote ridotte sarebbe soppresso e sostituito da un nuovo elenco di prodotti (come armi, bevande alcoliche, tabacco e gioco d’azzardo) ai quali sarebbe sempre applicata l’aliquota normale del 15% o un’aliquota superiore;
- per salvaguardare le entrate pubbliche, gli Stati membri dovranno inoltre garantire che l’aliquota IVA media ponderata sia pari almeno al 12%.
Con il nuovo regime tutti i beni che attualmente beneficiano di aliquote diverse dall’aliquota normale potranno continuare a farlo.
Ridurre i costi dell’IVA per le PMI
In base alle norme vigenti gli Stati membri possono esentare dall’IVA le vendite delle piccole imprese a condizione che non superino un determinato volume d’affari annuo, che varia da un paese all’altro. Le PMI in crescita perdono l’accesso alle misure di semplificazione una volta superata la soglia di esenzione. Inoltre tali esenzioni sono accessibili soltanto ai soggetti nazionali. Non vi è quindi parità di condizioni per le piccole imprese operanti all’interno dell’UE.
Le soglie di esenzione attuali sarebbero mantenute, ma le proposte odierne introdurrebbero:
- una soglia di entrate di 2 milioni di euro in tutta l’UE al di sotto della quale le piccole imprese beneficerebbero di misure di semplificazione, a prescindere dal fatto che fruiscano già della franchigia IVA;
- la possibilità per gli Stati membri di dispensare tutte le piccole imprese ammissibili alla franchigia IVA dagli obblighi relativi all’identificazione, alla fatturazione, alla contabilità e alle dichiarazioni;
- una soglia di volume d’affari di 100 000 euro che consentirebbe alle imprese operanti in più di uno Stato membro di beneficiare della franchigia IVA.
Queste proposte legislative saranno ora trasmesse al Parlamento europeo e al Comitato economico e sociale europeo per consultazione e al Consiglio per adozione. Le modifiche prenderanno effetto solo quando il passaggio al regime definitivo sarà effettivamente avvenuto.
Per maggiori informazioni: Commissione europea – Comunicato stampa